WHISTLEBLOWING: 

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Da SEAC

Il whistleblowing è uno strumento di compliance aziendale che consente a dipendenti, collaboratori o altri soggetti terzi di un’azienda (ad esempio, ai fornitori) di segnalare, denunciare o divulgare pubblicamente, anche in modo anonimo, eventuali reati o illeciti che abbiano riscontrato nel loro rapporto con l’azienda stessa.

La disciplina del whistleblowing è stata introdotta nell’ordinamento italiano nel 2012, con l’inserimento dell’articolo 54-bis all’interno del Decreto Legislativo n. 165/2001 (Testo Unico del pubblico impiego).

Successivamente, con la Legge n. 179 del 30 novembre 2017, il whistleblowing è stato esteso anche al settore privato.

Il legislatore è poi intervenuto con il Decreto Legislativo n. 24 del 10 marzo 2023, che ha recepito in Italia la Direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2019, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e delle disposizioni normative nazionali. La predetta Direttiva ha introdotto, per tutti gli Stati membri, un vero e proprio diritto alla segnalazione.

Una delle principali disposizioni contenute nel Decreto Legislativo n. 24/2023 riguarda l’introduzione dell’obbligo, sia per gli enti del settore pubblico sia per quelli del settore privato, di attivazione di un canale di segnalazione interna.

Tale obbligo decorre dal 15 luglio 2023 per:

Per i soli soggetti del settore privato che hanno impiegato, nell’ultimo anno, una media di lavoratori subordinati, con contratto a tempo indeterminato o determinato, fino a 249, la nuova disciplina si applica dal 17 dicembre 2023 (anziché dal 15 luglio 2023).

Il canale interno di segnalazione deve garantire la riservatezza:

Le segnalazioni possono essere effettuate:

oppure

• in forma orale. In tal caso si può ricorrere alle linee telefoniche, a sistemi di messaggistica vocale o ad un incontro diretto (se richiesto dal segnalante) da fissare entro un termine ragionevole.